Crosta fu il primo presidente della sezione gallaratese di amici nella montagna: ogni anno un folto gruppo di discendenti si ritrova nel rifugio dedicato alla sua memoria. Dove sabato è stata posta anche una targa.
Si sono ritrovati in rifugio in quaranta. Sono i discendenti – dopo un secolo – di Pietro Crosta, il primo presidente del Cai di Gallarate: “anticipando” di un anno la ricorrenza del centenario della fondazione della sezione gallaratese, discendenti e vertici attuali del Cai hanno inaugurato insieme una targa in ricordo di Pietro Crosta, nel rifugio che (dal Dopoguerra) porta il suo nome.
Una bella giornata a 1750 metri di altitudine, al rifugio che dal 1948 è proprietà della sezione gallaratese, ma che è stato costruito poco dopo il 1920, come Albergo Monte Cistella. Nel 1935 divenne una casa di vacanze dei Rosminiani. E qui venne scoperto da Pietro Crosta, che è stato poi anche dirigente proprio dell’Associazione Ex Allievi Rosminiani.
I discendenti di Crosta si trovano qui ogni anno, in un “luogo del cuore” per la famiglia: una giornata di festa in qualche modo intima, soprannominata con un po’ di ironia “la Crostata”.
Quest’anno però il sabato 25 settembre è stato un po’ più momento ufficiale: a cura dei discendenti (ottimamente organizzati dall’amico Flavio Violatto), da sempre vicini alle vicende della struttura, è stata scoperta una lapide a ricordo della carica di primo presidente Cai che proprio Pietro Crosta ricoprì dal 1922, cioè dalla fondazione della sezione.
Con il presidente Antonio Maginzali e il past president Pierantonio Scaltritti a rappresentare la sezione gallaratese, hanno partecipato all’evento anche i vertici CAI di Piemonte con il presidente Bruno Migliorati e il consigliere centrale Giacomo Benedetti, che ha portato i saluti del presidente generale del CAI Vincenzo Torti. Sui monti ossolani che da sempre sono la montagna di chi viene dall’Alto Milanese è intervenuto poi anche il presidente Cai Lombardia Emilio Aldeghi.
L’amministrazione di Varzo (nei cui confini rientra l’Alpe Solcio) era rappresentata il sindaco Bruno Stefanetti, mentre il Cai di Varzo era presente con il presidente Massimo Galletti.
Tutti hanno apprezzato l’attenzione della famiglia Crosta e del CAI Gallarate al rifugio di Solcio ed elogiato l’accurata conduzione del rifugio da parte dei gestori Marina Morandin e Enrico Sanson, altrettanto positivamente hanno sottolineato il compito di “presidio del territorio” espletato dai rifugi.
(estratto da varesenews.it, redazione Roberto Morandi, dove si può leggere l'articolo completo)